Antonín Dvořák conclude il programma con il Quintetto per pianoforte n. 2 in la maggiore, op. 8, una composizione che esprime l’energia e il lirismo del tardo Romanticismo. Il quintetto, scritto nel 1874, presenta una ricca tessitura melodica e ritmica, con dialoghi vivaci tra il pianoforte e il quartetto d'archi. Dvořák utilizza influenze folk della sua terra boema e una struttura classica per creare un'opera di grande espressività e varietà timbrica.